Uomo politico
inglese. Aristocratico puritano, fu sostenitore della causa parlamentare e
ricoprì diverse cariche pubbliche dopo l'avvento di Cromwell (1645). Alla
morte di quest'ultimo, favorì la restaurazione monarchica.
Esercitò una profonda influenza sul Governo di Carlo II, diventando
membro del Consiglio privato della Corona, barone di Ashley (1661) e Cancelliere
dello Scacchiere. Nel 1672 fu nominato Conte di Shaftesbury. Successivamente, a
causa delle posizioni filocattoliche della Corte e dell'introduzione di clausole
religiose nel Trattato di Dover (1670), si oppose alla politica di E. Clarendon
e dell'Alta Chiesa. Sostenne le proprie tesi scrivendo un trattato sulla
tolleranza, per il quale si valse della collaborazione del filosofo J. Locke.
Distaccatosi dalla Monarchia e temendo una restaurazione cattolica,
appoggiò il
Test Act (l'Atto di Tolleranza), cercando di escludere
dalla successione il fratello del re Giacomo. Fu in seguito costretto ad
abbandonare la carica di Lord Cancelliere e si pose a capo dell'opposizione.
Incarcerato, fece atto di sottomissione. Con l'ascesa al trono di Giacomo II e
il ritorno dei Whigs, tornò ad occupare posizioni di prestigio e fu
nominato nel 1676 presidente del Consiglio privato della Corona. Appoggiò
la legge dell'
Habeas corpus e, benché senza successo, si
batté per l'
Exclusion Bill contro G. Halifax. A causa del
progressivo inasprirsi dei suoi contrasti con la corte, allo scioglimento del
Parlamento nel 1681 venne arrestato, processato e rinchiuso nella Torre di
Londra. Evaso nel novembre del 1682, si rifugiò ad Amsterdam, dove
morì poco tempo dopo (Wimborne, Dorset 1621 - Amsterdam 1683).